Installazioni/ Installations

Aurellll & Christiane Fath, Gabrielle Cirocco, Maria M. Deval, Valentina Lapolla, Francesco Landucci, Rachel Morellet, Elizabeth Sainsbury, Serena Tani, Tatiana Villani & Manuel Perna

Interventi di/ Interventions of Fabio Cresci, Franca Bellucci e Lorenzo Poggi

 Borgo San Giusto Il TerraioVia Salaiola Monterappoli

29 giugno 2017

ore 18.30

La scelta di un luogo naturale, solcato dall’uomo per ottenere i frutti dai semi della terra, ma possibilmente non segnato da costruzioni artificiali in cui trovare ‘segni’ della natura naturans che potessero generare altri ‘segni’, pensati da artisti come interventi leggeri ma pregnanti, densi di significanze per dialogare con la terra è scaturito propriamente dalla volontà di trarre e apportare energie come connubio tra potenziale della natura nel suo continuo proliferare e potenziale dello sguardo e del pensiero orientato a creare per rinnovare ogni volta il proprio dialogo con la vita come azione artistica.

Un sentiero tra una uliveta, due specchi d’acqua e un boschetto è l’ambiente naturale in cui dieci artisti sono stati invitati a pensare a un ‘segno’ non invasivo e che rispettasse la perfezione della natura, in quanto che spesso l’essere umano ha tentato di interrelarsi con l’ambiente vitale per modificarlo, e per esigenze di sopravvivenza la sua azione è stata mirata a cambiarne i ‘connotati’ per un adattamento che in molti casi è stato concepito come ‘dominio’.

L’arte può invece permettere di sperimentare e trovare soluzioni diverse per riprendere un dialogo con le cose troppo spesso dimenticato. Certamente l’invito è stato sollecitato dalla presenza di Aurelie e Christiane giunte nel nostro territorio da La Reunion, dalla loro energia orientata a realizzare un’operazione partecipativa, avendo lavorato talune volte in esterno nel loro paese a contatto con la natura e prediligendo materiali naturali. Da questo potenziale è scaturita l’idea di coinvolgere più artisti che vivono da tempo nel nostro territorio, Fabio Cresci, Maria M. Deval, Francesco Landucci, Valentina Lapolla, Rachel Morellet, Elizabeth Sainsbury, Serena Tani, Tatiana Villani o temporaneamente come Gabrielle Cirocco, che ha trascorso recentemente un periodo in residenza presso Sincresis, che preferibilmente lavorano con materiali poveri o trovati e che propongono azioni o installazioni che creano un dialogo con la terra, con l’ambiente naturale e con il contesto quotidiano, il vissuto.

Ogni loro ‘segno’ diventa una sosta nel percorso, camminando lungo il sentiero che assume un significato dichiaratamente simbolico come un viaggio che ha la durata di una semplice passeggiata. La strada in salita diventa una conquista dell’altezza, come l’ascesa al Monte Ventoso per Francesco Petrarca, itinerario interiore come conoscenza di se stessi; il diramarsi al culmine in più vie possibili assume un significato altrettanto simbolico in relazione al percorso della vita e suggerisce un incontro, uno scambio, modalità di relazioni che si intessono tra i‘segni’ ideati dagli artisti che diventano opere nelle opere come creazioni della natura, che partecipano a un dialogo comune perché, oltretutto, sono stati pensati in relazione a un incontro tra tutti nella necessità di collaborare e di attivare sinergie.

Non tutti partono dalla materia, dal materiale, ma, anzi il  loro lavoro si imposta su un’idea da sviluppare in relazione al luogo quotidiano, naturale, però in ogni caso ognuno  trae da esso suggestioni, emozioni, oltre che percezioni e impressioni per creare e per dialogare non solo con il ‘paesaggio’ come generazione della natura e come manifestazione dell’essere umano e della comunità cui si sente o meno di appartenere, ma con il segno – opera significante dell’uno in rapporto all’altro. Ognuno invitato ha proposto, dunque, in relazione alla propria diversa esperienza come poter intervenire, senza vincoli, nel luogo prescelto presso Il Terraio in prossimità di Empoli, a pochi chilometri di distanza da Sincresis.

Aurélie e Christiane hanno individuato al culmine del sentiero un ‘abbraccio’ tra due alberi e una scalinata in pietra che conduce alla villa Il Terraio come salita impedita da una rete metallica, pensando di creare due porte ad arco, di cui una sembra un’apertura fittizia, come illusione ottica, elaborando con strisce di tessuto disposte tra i rami degli alberi installazioni che richiedono la libera partecipazione di altri artisti per costituire un’opera collettiva; nelle immediate vicinanze, come ‘segni’ che innestano un mutuo dialogo, Valentina Lapolla ha ideato un’installazione composta di leds che producono luce in relazione alla luminosità naturale ed alle ombre degli alberi del bosco; Rachel Morellet ha individuato le tane degli animali selvatici come luoghi misteriosi e i loro escrementi come ‘segni’ di presenze a cui rendere valore rispetto agli sguardi abitualmente poco accorti; Gabrielle Cirocco ha notato le macine utilizzate come tavoli da mensa nel bosco per creare un ‘segno’ nell’ambiente; Elizabeth Sainsbury ha pensato a un intervento con pittura ad acqua e pastello sulle tubazioni che appaiono sul sentiero come artificio umano rispetto alla natura. Ognuna collaborerà alla realizzazione dell’opera collettiva proposta da Aurélie e Christiane, mentre Fabio Cresci osservando l’uliveta ha ripensato ad un’azione installativa di connotazione concettuale, Alcune cose fatte (1995), realizzata molti anni fa a Trequanda presso l’abitazione dell’artista Rolando Deval, chiamando per parlarne insieme, richiamando alla memoria, la figlia Maria M. Deval, che a sua volta ha scoperto i sentieri degli animali lungo il sentiero percorso durante una passeggiata, pensando così di riprodurre con materiali naturali i ‘segnali’ del linguaggio convenzionale per sottolineare la loro presenza; Francesco Landucci ha considerato lo spazio in prossimità di un laghetto per riquadrare il terreno e inserire in superficie resti fossili e pietre come tracce nel tempo ancora vive, stratificazioni del nostro essere nella natura; Serena Tani ha pensato di elaborare con la stoffa, fasciando alcuni alberi, segnali simili a quelli che compaiono lungo i sentieri di montagna per indicare il percorso e collegare le due ‘porte’, come installazioni collettive di Aurellll e Christiane; Tatiana Villani ha collocato sulla superficie dell’acqua un elemento cubico trasparente che permette l’osservazione, come dall’interno, dello stato dell’acqua, il suo dinamico rifluire e l’attraversamento di elementi naturali come foglie, rami, insetti.

In ogni caso ogni intervento dialoga con l’altro poiché scaturito da un comune accordo, da una visita al luogo, da un incontro che diventa scambio e conoscenza di itinerari diversi che per una volta e anche un po’ per caso possono combinarsi in opere che convivono poeticamente in un luogo attraversato, come durante una passeggiata di amiche e amici, che camminando quasi al tramonto possono riflettere e sollecitare ulteriori osservazioni in attimi diversi  intercalati da letture di pensieri e poesie, come ulteriori fonti di ispirazione, sostando lungo il sentiero e nel paesaggio che diventa luogo dell’anima.

Ringraziamo per la disponibilità Borgo San Giusto Il Terraio Monterappoli

Thanks for courtesy Borgo San Giusto Il Terraio Monterappoli

Gabi Cirocco artist in residence

Gabi Cirocco artist in residence

Maria M. Deval artist

Aurellll & Christiane Fath artists in residence

 

 

 

 

Elizabeth Sainsbury artist

Francesco Landucci artist

 

 

Valentina Lapolla artist

Raquel Morellet artist

 

Serena Tani artist

Tatiana Villani & Manuel Perna artists