Aurellll e Christiane Fath/ Work in progress

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Fil Rouge Collectif d’artistes

 29 giugno 2017 ore 17.30

SINCRESIS via della Repubblica 52/ 54 Empoli

 Aurellll e Christiane Fath/ Work in progress

Quando osserviamo il lavoro creativo di Aurellll (Aurélie Lemille) e Christiane Fath, due artiste in residenza per tre settimane presso Sincresis giunte da La Reunion, possiamo cogliere immediatamente gli aspetti di due itinerari che si incrociano lungo il fil rouge, come linea espansa, tracciato senza fine e frontiera aperta verso la ricerca di una congiunzione cosmica, come desiderio di vivere in armonia con l’universo attraverso un rapporto diretto con la terra, alla scoperta dei suoi elementi, delle forme della natura, per sentire, oltre che percepire le sue energie e farne tesoro. Il connubio tra anima mundi e anima individuale è raggiungibile solo attraverso la capacità di sentirsi all’unisono recuperando la completezza, l’integrità dell’essere come unità, fusione degli opposti come conoscenza di se stessi anche attraverso il riconoscimento dei propri alter ego, nella volontà di scavare a fondo per alimentare la consapevolezza di sé.

When we look at the creative work of Aurelllle (Aurélie Lemille) and Christiane Fath, two artists in residency program for three weeks at Sincresis,  from La Reunion, we can immediately grasp the aspects of two itineraries crossing the fil rouge as a line expanded, endless and open frontier towards the search for a cosmic conjunction as a desire to live in harmony with the universe through a direct relationship with the earth, the discovery of its elements, the forms of nature, to feel, besides perceiving its energies and make them treasure. The union between soul of universe (anima mundi)  and individual soul can only be achieved through the ability to feel themselves united by recapturing the completeness, the integrity of being as unity, the fusion of opposites as self-knowledge by the recognition of their alter ego, according to desire to dig deeply to nurture self-awareness.

Da questa ricerca di senso discendono le ‘cartografie dell’immaginario’ di Christiane e le ‘metamorfosi del corpo mutante’ di Aurellll. Solo nel momento in cui l’artista studia il luogo come spazio di vita per individuare punti di riferimento nel visibile, nella natura o nel paesaggio costruito dalle mani dell’uomo in continuo mutamento o quando analizza il proprio essere che non è mai uguale a se stesso, in quanto che cambia da un attimo all’altro assumendo nuove caratteristiche nell’atto di riscoprire un ruolo dimenticato nel vissuto quotidiano e nella storia, come passato in cui individuare i nessi per ricongiungersi al presente, può in verità dialogare con l’universo e confermarsi in presenza, testimone diretto e attivo per la costruzione di sé.

From this search of sense, Christiane’s “cartography of imagination” and the ‘metamorphosis of the mutant body’ of Aurellll descend. Only when the artist studies the place as a living space for identifying points of reference in the visible, in the nature or landscape built by the hands of man in continuous change or when she analyzes his being which is never equal to herself, because it changes moment by moment, assuming new features in the act of rediscovering a forgotten role in daily life and in history, as the past in which to identify the joys to rejoin the present, she can indeed communicate with the universe and confirm herself in presence, direct and active witness to self-construction.

Aurellll e Christiane ricercano punti di riferimento che assumono significato simbolico, una molteplicità di segni e di elementi trovati che si caricano di significanze totemiche nel momento in cui condensano in se stessi, emozioni, stati d’animo, suggestioni, desideri, predilezioni di ognuna di loro.  Come esplorazione nel fondo interiore che si riflette in una simbologia senza fine come chiave psichica sotterranea, emergono spontaneamente dall’ambiente naturale e dal contesto del vissuto ordinario attraverso l’individuazione dello sguardo vigile delle due artiste diventando autentici transfert, emblemi di densità intima che si estendono all’immaginario collettivo, che celano lo sconosciuto, ma si propongono come immagini metamorfiche invece nel mondo conosciuto e arricchiscono ogni opera come panorama di se stesse da ammirare e non luogo come mistero da visitare.

Aurellll and Christiane search points for reference that assume symbolic significance, a multiplicity of signs and elements found that are loaded with totemic meanings when they condense in themselves, emotions, moods, suggestions, desires, and preferences of each of them. As exploration in the inner background reflected in endless symbology as an underlying psychic key, spontaneously they emerge from the natural environment and from the context of ordinary life through the discovery of the watchful eye of the two artists, becoming authentic transference, intimate emblems that can be extended to the collective imagination, concealing the unknown, but they propose themselves as metamorphic images in the known world and enrich every work as a landscape of themselves to admire and not place as a mystery to visit.

Nello specchio riflettente dell’opera di Aurellll diventano talora presenze inquietanti o protettrici, demoni e angeli, come estremi del desiderio, dannazione e purezza, in relazione al desiderio panerotico, come passione e tentazione, al corpo femminile che può suscitare illusioni e attrarre per la sua bellezza e la sua grazia, ma che primariamente viene riscoperto attraverso i suoi organi come parti interne incise su linoleum e in parte ricamate sulla imprimitura su carta, come potenziale di energie psicofisiche, rinviando all’archetipo della Grande Madre, un culto diffuso tra le civiltà del Mediterraneo, che conserva il potere come dea madre terra, fonte della vita e simbolo del ritorno alle origini, custode e protettrice che possiede e preserva una potente energia inesauribile, che sempre si rinnova, divinità ctonia che alimenta l’ideale dell’eterno femminino.

In the reflective mirror of Aurellll’s work, sometimes become disturbing or protective presences, demons and angels appear as extremes of desire, damnation and purity, in relation to the panerotic desire, as passion and temptation, to the female body that can arouse illusions and attract  for her beauty and her  grace, but which is primarily rediscovered through its organs as internal parts engraved on linoleum and partly embroidered on paper imprint as a potential for psychophysical energies, referring to the archetype of the Great Mother, a widespread cult among the Mediterranean civilization, which retains power as a mother-goddess, a source of life and a symbol of return to the origins, a guardian and protector who possesses and preserves a powerful and inexhaustible energy that is always renewed, a ctonous god who nourishes the ideal of the eternal feminine.

Così nella reinterpretazione del mito di Venere, traendo suggestioni dalla rivisitazione dell’opera botticelliana, in seguito alla visita agli Uffizi, Aurellll preferisce modificare l’icona consueta, caricarla di elementi della natura, di piante e vegetali che si originano nel nostro territorio, disegnarla e dipingerla a specchio di Marte, tra demone e angelo, disporla sul Nautilus dell’Oceano Indiano, aggiungere elementi della terra e del cielo come una dea madre, tentando di stabilire relazioni cosmiche, secondo un melting pot, come accostamento e mescolanza tipico del postmoderno, ma anche del metissage proprio della terra, La Reunion, isola di approdo di genti e popoli di paesi diversi, che può assumere effetti spaesanti, scorrendo dal passato al presente e viceversa, spaziando nel tempo senza limiti, trasformando lo stereotipo di donna musa e oggetto del desiderio, donna fiore e bambina nel processo di innocentizzazione, fonte di ispirazione poetica in quanto soggetto generatore di suggestioni, immagini, stati interiori e ‘oggetto’ su cui trasferire pulsioni, passioni recondite.

So in the reinterpretation of the myth of Venus, drawing suggestions from the revision of the Botticelli’ s work, after their visit to the Uffizi, Aurellll prefers to modify the usual icon, to load it with elements of nature, plants and plants that originate itselves in our territory, draw the goddess and paint her as a mirror of Mars, between demon and angel, put her on the Nautilus of the Indian Ocean, add elements of earth and sky as a mother goddess, attempting to establish cosmic relationships, according to a melting pot, as a mix and typical mix of postmodern, but also of the metissage of own her earth, Reunion, a landing port of peoples and peoples of different countries, which can have spawning effects, flowing from past to present and vice versa, spreading over time without limits, transforming the stereotype of woman  as muse and Object of desire, flower woman and little girl in the process of innocence, source of poetic inspiration as a subject that generates suggestions, images, inner states, and ‘objects’ on which to transfer impulsions, obscure passions.

Come polo propulsore di energie emana un potere attrattivo, capace di amare è l’essere amato per eccellenza, di generare, di prendersi cura, di rigenerare in quanto portatrice di vita e di conoscenza, alimentatrice del desiderio che nella sua onnipotenza scardina ogni schema prestabilito, ogni tabù, ogni ordine consolidato, ogni sistema di convenzioni, ma proprio attraverso l’estasi diventa cercatrice e ricercatrice e il suo grembo anziché chiudersi nell’isteria come impossibilità di esprimere se stessa e i suoi desideri, si apre per generare la vita e assumere conoscenza. La sua capacità di produrre energia è concepibile come un potenziale di desiderio erotico.

As an energetic pole the woman emanates an attractive power, able to love, it is loved ‘par excellence’, to generate, to take care, to regenerate as a carrier of life and knowledge, fueling the desire that in its omnipotence disfigures any pre-established scheme, every taboo, every consolidated order, every system of conventions, but through ecstasy becomes a researcher and her womb rather than closing herself in hysteria as an impossibility to express herself and her desires, opens itself to create life and take up knowledge. Her ability to produce energy is conceivable as a potential for erotic desire.

Aurelll crea, dunque, attraverso una grafia minuziosa e una pittura attenta al particolare, degli ibridi, combinazioni tra essere femminile e natura vegetale, mescolanze di figure mitiche, vicinanze tra femminile e maschile come dialogo tra gli opposti, specchio della differenza ma anche dell’unità possibile, dell’integrazione nell’androgino, nella perfezione raggiungibile nel corso della trasformazione e costruzione di sé per avvicinarsi grado a grado al cibo sapienziale senza chiudersi in una torre d’avorio. Nel cammino come espressione e scoperta di sé attraverso l’opera predilige, come Christiane, la spirale di conchiglie preistoriche come esseri che sopravvivono al passare dei secoli fino ad oggi, un simbolo ormai conosciuto di energia originaria non solo del viaggio esistenziale nell’illimitato, ma anche della energia individuale in relazione alla energia cosmica, per affrontare il percorso, lo spazio archetipico primordiale in luogo dello spazio mentale e concettuale.

Aurelll creates hybrids, therefore, through a meticulous grace and a careful attention to detail, combinations of feminine being and vegetal nature,  mixing of mythical figures, between feminine and male as a dialogue between opposites, mirror of difference but also of a possible unity, of integration into androgynous, in perfection attainable during the transformation and self-construction to approach the degree to the sapiential food without being enclosed in an ivory tower. On the way as an expression and discovery of himself through her favorite work, like Christiane, the spiral of prehistoric shells as beings that survive through the centuries to this day, a symbol now known of original energy not only of existential journey into the unlimited, but also of individual energy in relation to cosmic energy, to face the path, the primordial archetypal space in place of the mental and conceptual space.

Si connette all’origine della vita, al connubio tra corpo umano e natura, come  nelle incisioni, alla crescita come processo naturale esaminato e riscoperto attraverso lo studio delle conchiglie e della fillotassi basandosi  sulla legge di Fibonacci.

Su queste tracce tra passato e presente nella congiunzione di nessi senza limiti si sviluppano le cosmografie di Christiane, composte a specchio del visibile ma come riflessi dell’immaginario, così quando estrae da una mappa gli elementi essenziali di orientamento per lo sguardo che diventano altro nella sua pittura su tela, come derivazioni da un processo di astrazione per gradi, senza perdere il significato originario quali aspetti di un paesaggio, di una comunità, di un luogo vissuto, ma arricchendosi di significanze relative alle diverse culture, tradizioni, nonché alle migrazioni lungo il Mediterraneo che lei sente come bacino materno in cui ritrovare le radici, provenendo dalla Linguadoca.

She is in contact with the origin of life, the union between the human body and nature, as in engravings, to growth as a natural process examined and rediscovered through the study of shells and filletasses based on Fibonacci law.

On these traces of past and present in the conjunction of unlimited bounds Christiane’s cosmographs develop themselves, composed of a mirror of the visible but as reflections of the imaginary, so when extracting from the map the essential elements of orientation for the gaze that become something more in her painting on canvas, as a derivation of a process of abstraction step by step, without losing the original meaning as a landscape, a community, a place lived, but enriching its significances with respect to different cultures, traditions and long migrations along the Mediterranean that she feels as a maternal basin in which to find the roots, coming from Languedoc.

Così dalla carta geografica della città fiorentina ha tratto i punti di congiunzione, dalla cupola brunelleschiana che diventa pura forma geometrica che invita, al di là dell’ordine e della prospettiva, quale forma simbolica tipica di un mondo a misura d’uomo quale quello rinascimentale, secondo l’indagine panofskyana, ad un percorso circolare rinviando all’energia dell’universo, al corso del fiume che esprime nel suo fluire il dinamismo come esigenza di cambiare e modificarsi oltre che cogliere il senso del trascorrere e del divenire eracliteo delle cose che perdono il loro status iniziale per nuovi attributi sollecitando ad esplorare altre possibili vie per l’osservatore nel viaggio dell’esistenza a petto della storia come memoria e racconto di vita nell’ hic et nunc. Si diramano, infatti, con stesure cromatiche à plat sulla tela ottenute mascherando alcune parti con il nastro telato, in direzioni diverse che attraversano il rivo d’acqua creando collegamenti e molteplici connessioni, passaggi, opzioni possibili per avanzare nel cammino quotidiano dedicandosi alla propria graduale edificazione, a trovare spazio per incroci e confluenze, per incontri che possono diventare nuclei forti di energia collettiva.

Thus, from the geographical map of Florence she has drawn the points of conjunction from the brunelleschian dome of the cathedral which becomes pure geometric form inviting, beyond order and perspective, a symbolic form typical of a man-sized world such as in the Renaissance period, according to the panofskyana survey, to a circular path, referring to the energy of the universe, to the river that expresses dynamism as a need to change; change as well as to grasp the meaning of the passage and of the he becoming of things according to Heraclitus. They lose their initial status for new attributes, urging to explore other possible ways for the observer to travel on the chest of history as a memory and story of life in hic et nunc. They spread, in fact, with à plat colors sets on the canvas obtained by masking some parts with the tap in canva, in different directions that cross the water line, creating connections and multiple connections, steps, possible options to advance on the daily path by dedicating themself to its gradual building, finding space for crossroads and confluences, for encounters that can become strong core of collective energy.

Stesure che appaiono in altri lavori su tele di trame sottili di Christiane giocando con le gamme cromatiche dei gialli, degli arancioni, generatrici di energia, come la circolarità delle linee che emergono su stoffe trovate, del ménage quotidiano, per creare pitture su grembiuli da cucina, abiti solari costituiti di elementi appartenenti ai prodotti del sistema consumistico, riciclati e rivisitati, come i grembiuli della vita domestica, che rinviano alla storia familiare, alla cucina come professione parentale, per assumere altri sensi e trovare connessioni tra i linguaggi dell’iconosfera urbana e quelli dell’arte come sperimentazione e scavo interiore alla ricerca di armonia e equilibrio nel cammino dell’esistenza.

Stesures that appear in other works on Christiane’s thin texture canvas, playing with the chromatic ranges of yellow, orange, energy generators, such as the circularity of the lines that emerge on cloths found, the daily ménage, to create paintings on kitchen aprons, sunscreens made up of items belonging to consumer products, recycled and revisited, such as household aprons, which relate to family history, for cooking as a parental profession, to take on other senses and to find connections between the languages of the urban iconosphere and those of art as experimentation and inner excavation in search of harmony and balance in the path of existence.

Il viaggio dentro se stesse, per Aurellll e Christiane, nella propria interiorità, ha assorbito o assunto, accolto e rielaborato, vissuto e rimeditato una molteplicità di esperienze di vita, scandagliando più versanti e utilizzando materiali diversi, che trovano espressione nel paesaggio pittorico personale, sondando i flussi del tempo e le distanze spaziali per trovare rispondenze e avvicinamenti nel tentativo di abbreviare le distanze incommensurabili e di implicare nell’itinerario creativo più energie all’unisono coinvolgendo talora altri artisti per un lavoro collettivo, per un’opera partecipativa.

The journey inside, for Aurellll and Christiane, in their own interiority, has absorbed or hired, welcomed and reworked, lived and remedied a multiplicity of life experiences, scanning multiple verses and using different materials, which find expression in the personal pictorial landscape, probing time flows and spatial distances to find responses and approaches in an attempt to shorten incommensurable distances and involve in the creative journey more energy in unison involving sometimes other artists for collective work, for a participatory work.

In tal senso si possono spiegare le loro installazioni non solo negli spazi interni di Sincresis, ma anche nell’ambiente naturale come ‘segni’ nel paesaggio nel desiderio di dialogare con la natura naturans, di intervenire in relazione a una traccia, a un’impronta che ‘segna’ un territorio senza forzature, partendo dalla materia, con spontaneità come la crescita spontanea dell’erba, di una pianta e la generazione naturale di un essere vivente.

In this way, their installations can be explained not only in Sincresis internal spaces, but also in the natural environment as’ signs’ in the landscape in the desire to dialogue with nature naturans, to intervene in relation to a trace, to an imprint which marks a territory without forcing, starting from matter, with spontaneity such as the spontaneous growth of grass, of a plant and the natural generation of a living being.