Piccolo giardino verticale, coltivazione di arti minori

2023

opera tessile modulare.

materiale tessile elaborato con tecniche tradizionali (cucito a mano, cucito a macchina, uncinetto, ferri da calza, tessitura)

filo di rame

supporto: tela da pittura trattata con pomice.

15 x 50 cm

 

Il Piccolo Giardino Verticale è realizzato con materiale tessile di vario tipo: tessuti nuovi, tessuti recuperati, filato recuperato dall’industria della pelletteria.

Le tecniche vanno dal cucito a macchina elettrica al cucito a mano, al ricamo all’uncinetto, ai ferri, alla tessitura.

Gli elementi in rame, come la foglia, vogliono omaggiare la bigiotteria, anch’essa Arte Minore, che ha segnato i miei primi passi da adulta nel mondo dell’Arte Applicata.

 

Biografia essenziale

Mi chiamo Patrizia Angotti, sono nata a Crotone, in Calabria, a metà degli anni ’60.

Da molto piccola era evidente una spiccata vena artistica, ma, per varie vicissitudini, ho seguito gli studi umanistici del Liceo Classico. A Firenze, dove vivo, ho finito il Liceo, collaborando nel frattempo con una bottega artigiana di bigiotteria in argento, grazie a cui ho imparato le prime tecniche di manipolazione del metallo.

Finiti gli studi, dopo alcune esperienze lavorative, ho avviato con una primaria Società la carriera assicurativa e dal 2004 collaboro con varie Compagnie da indipendente.

La formazione artistica ha avuto inizio durante l’infanzia e l’adolescenza, frequentando donne delle due generazioni precedenti: questo mi ha aperto il mondo delle Arti Manuali Minori, come la tessitura, il ricamo, la maglia e l’uncinetto, il cucito.

Ho sviluppato negli anni una vera passione per i materiali in generale, in primis quelli tessili e, poi, metalli e pietre che nel mio immaginario collego immediatamente alla loro origine, al motivo della loro esistenza.

Fin da ragazzina sono stata attratta da ciò che arriva dal passato, vuoi che sia una vecchia giacca di velluto a coste, oppure un lenzuolo di canapa tessuto a mano forse due secoli fa: mi è sembrata l’eco di una voce che parlava in un tempo remoto, ho immaginato le mani di chi ha trasformato la materia per generare quello che era arrivato fino a noi. La mia ricerca su come trasformare quei materiali mira a renderli attuali per trasmettere la nuova creazione nel futuro, come se fossi un ponte.

Le mie opere infatti attingono spesso a materiali vecchi, o di scarto, facendo diventare petalo, foglia, stelo, elementi destinati probabilmente al macero: rielaborati, continuano a vivere con significato, offrendo la particolarità della loro trama per dare un’esperienza estetica che evochi l’opera perfetta della Natura nella creazione unica, originale ed irripetibile di ogni soggetto vegetale.

 

Nel tempo é nell’elemento ‘fiore’ che ho individuato la via più interessante per la mia sperimentazione. Prima ancora di elaborare il tessuto, i miei fiori nascono su carta secondo regole geometriche che li accomunano e che, variando le aperture degli angoli, combinando zone piene e vuote, danno origine a soggetti floreali di ogni forma. Le tecniche sono varie: dalla tessitura, alla sfilatura di vecchi maglioni o stoffe antiche, alla bruciatura di tessuti per creare pieghe. Ho eliminato colla e adesivi, dando tridimensionalità con anime di metallo e punti di cucito.

Negli ultimi tempi, in linea con la tematica della salvaguardia dell’ambiente che spesso caratterizza il mio lavoro, tra i materiali ho incluso la plastica, in particolare il PET delle bottiglie, affrontando un ambito diverso del riutilizzo degli scarti.

Il primo passo a favore della sostenibilità è la riduzione dello sfruttamento di nuove risorse vergini, anche allungando la vita di quelle già circolanti’.

 

Da sempre alle mie occupazioni principali ho affiancato l’attività creativa, talvolta finalizzandola ad occasioni di uscita al pubblico:

– 1990, creazione di una collezione di bigiotteria in ottone, utilizzando esclusivamente anelli per tende;

– 1995-’97, creazione di collane con pietre dure e argenti antichi (Homo Sapiens, Firenze);

– 2007, realizzazione di quadri in tecnica mista, con l’inserimento di elementi naturali e su supporti anche di recupero (Centro Alisè a Scandicci, Accademia Federico II a Prato);

– 2011, realizzazione dei primi fiori di stoffe recuperate: il materiale tessile utilizzato era ricavato da vecchie giacche, camicie, maglioni, combinato a metallo, filo, rafia, vetro, pietre dure (mostra collettiva presso la Limonaia di Villa Strozzi, Firenze);

– 2016, sfilata dei fiori come accessorio durante un evento dedicato alla sostenibilità della moda (Le Murate, Firenze);

– 2017, creazione di una collezione di abiti, che ho chiamato “NO-TIE”, confezionati riutilizzando vecchie camicie da uomo abbinate a stoffe di recupero(Nabucco, Firenze);

– 2019, realizzazione del primo Fiore di grandi dimensioni: un quadro tessile di materiale di recupero (70×100 cm), che rappresenta un fiore con bocciolo e foglia che fuoriesce dalla tela (Bob Dylan’s Week, presso la libreria Fashion Book di Firenze);

– maggio 2022, realizzazione dell’opera tessile “Fiore Gigante, opera prima” (candidato al premio Oma-Starhotel “La grande Bellezza”);

– agosto 2022, esposizione alla Biennale di Filicudi dell’opera tessile “Fiore di Cappero”;

– dicembre 2022, realizzazione della scultura tessile “Iris Solo”, finalista della XXXIX edizione del Premio Firenze.