DIARIO

2018

tecnica mista

14,5 x 23 cm

Courtesy Galleria Vannucci, Pistoia

 

Il diario I è un taccuino sul quale l’artista ha annotato idee e spunti per dar vita all’opera I-plurale singolare, un grande bassorilievo in pongo rosso su legno in cui tanti esseri viventi prendono posto nello spazio. Una riflessione sull’individuo, sulla sua consapevolezza di essere parte di una pluralità – tematica da sempre cara all’artista fiorentina – in una convivenza che talvolta porta a sgomitare per trovare un posto nella vita, altre volte a comporre quasi una coreografia.

Non è un caso che all’opera I-plurale singolare ha reso omaggio anche la performer Yael Karavan

con un coreografia presentata per la prima volta in occasione della mostra Let’s Twist Again alla Galleria Me Vannucci di Pistoia nel 2018.

I-plurale singolare, realizzata dall’artista come work in progress durante la mostra Let’s Twist Again, è diventata parte della mostra «E p h e m e r a – Ε φ ή μ ε ρ α» al White Space Black Box, in Svizzera, e fa ora parte di una collezione privata svizzera.

 

Performance di Yael Karavan

https://www.youtube.com/watch?v=YSKhBtaVHqg&t=5s

 

Biografia essenziale

Sandra Tomboloni nasce a Pelago (Firenze) nel 1961.
Vive e lavora a Pontassieve (Firenze).

Si forma prima all’Istituto Professionale Tornabuoni di Firenze, con un diploma                                                                                                                                                              in moda con la costumista Anna Anni, e poi in pittura all’Accademia di
Firenze, con una tesi in cinema su Visconti. Ha tra i suoi insegnanti il pittore
Silvio Loffredo e Adriano Sofri.In Sandra Tomboloni opera e biografia spesso
coincidono e si sovrappongono: si ammala presto di anoressia, malattia con la
quale convive. Sarà un materiale come il pongo a caratterizzare il suo percorso
artistico, materia attraverso la quale, dopo le prima tele informali – in cui la
figura era assente e quasi annientata – la figurazione prende progressivamente
corpo.
Il pongo è materia e colore, allo stesso momento, e trasmette tutto il senso di
fragilità e precarietà caratteristici dell’opera dell’artista.Poco dopo il diploma
all’Accademia, Sandra passa anche un periodo vivendo fuori di casa, per strada,
provando sulla propria pelle il senso di marginalità e precarietà che si riflettono
nella sua opera. Oggetti rotti e abbandonati, ridati a nuova vita, diventano
presto protagonisti delle sue installazioni.Oltre alle opere in pongo, materia
con cui ricopre oggetti, totem e pannelli, creando anche grandi bassorilievi,
l’artista ha una vasta produzione di disegni, oltre a una produzione di sculture
in ceramica e una sperimentazione di sculture in cera e fusioni in bronzo.
Colleghi e amici dell’Accademia, come l’artista Antonio Catelani, sottopongono
presto all’attenzione di critici e galleristi il lavoro di Sandra Tomboloni e alla
metà degli anni Novanta inizia a lavorare con gallerie come Gentili e Frittelli di
Firenze, Baronian di Bruxelles e Lo Studio la Città di Verona, e poi agli inizi del
Duemila con la galleria Biagiotti di Firenze. Dal 2013 inizia la collaborazione
con la galleria Vannucci di Pistoia che nel 2020 presenta una mostra personale
dell’artista fiorentina.
Nel 1995 è tra i protagonisti di Aperto Italia ‘95 a cura di Francesco Bonami e
Emanuela De Cecco, al Trevi Flash Art Museum.Le sue opere sono state esposte
in spazi pubblici come il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato,
che possiede alcune opere nella sua collezione, al Palazzo delle Papesse di
Siena, alla GAM di Bologna, al Museo degli Innocenti di Firenze, e all’Hudson
Valley MOCA di Peekskill (New York), dove ha presentato una mostra personale                                                                                                                                                            a seguito di una residenza. Le sue opere sono rimaste nella collezione della                                                                                                                                                                  famiglia Straus fondatrice del Centro alla porte di New York.
Nel 2018 esce una pubblicazione Sandra Tomboloni – La Bad Girl italiana, a cura
di Stefania Gori, edita da Gli Ori, che ripercorre la storia e l’opera dell’artista, dagli
esordi, alle collaborazioni con Virgilio Sieni, Fabbrica Europa, fino ai progetti
collettivi dell’artista con altri professionisti o associazioni di promozione
sociale

Principali mostre personali:

2020, La fragilità degli ospiti, Galleria Vannucci, Pistoia;
2014, Orfani, Galleria Vannucci, Pistoia;
2013, Homeless#2013, Casa Rossa, Pontassieve (FI);
2011, Trasmigrazioni, Galleria Biagiotti, Firenze;
2010; Prezzemolina, a cura di Stefania Gori, La Smilea, Montale, (PT); 2010,
Contrasted-Materia Instabile, Sandra Tomboloni/ Virgina Lopez, a cura di
Matilde Puleo, Palazzo Comunale, Arezzo;
2005, Between and Underneath, Goldonetta, Firenze;
2004, Lost and Found, HVCCA, Peekskill, New York;
2000, Mostra-Laboratorio, Museo Pecci, Prato, 2000;
1999, Me, Io, Jeg, con Elizabeth Peyton e Lene Vearing, Salzau (Kiel), Festival
di Teatro, Todi;
1999, Bu, Pinocchio, con Gianluigi Toccafondo, Palazzo delle Papesse, Siena;
1997 Storia di un pulcino o due, Galleria Studio La Città, Verona;
1997, Generazioni/1, con Luca Caccioni e Giovanni Manfredini, Palazzina dei
Giardini, Modena.

Principali mostre collettive:

2021 Paesaggi personali, a cura di Serena Becagli, Galleria ME Vannucci,
Pistoia;
2020, Bambini per sempre! Infanzia e illustrazione nell’arte del primo
Novecento, a cura di Arabella Natalini e Nadia Marchioni, Museo degli
Innocenti, Firenze;
2019 «E p h e m e r a», a cura di Friederike Schmid, White Space Black Box,
Neuchâtel, Svizzera;
2018 LET’S TWIST AGAIN, con Luca Caccioni, Fabrizio Corneli, Vittorio Corsini,
Franco Guerzoni, Michelangelo Pistoletto, Pino Spagnulo, Giovanni Termini,
Sandra Tomboloni, Giuliano Tomaino, Galleria Vannucci, Pistoia.
2018 Stereo Love Seats, Marc Straus Gallery, New York;
2018 De Scultura, a cura di Cristiana Collu e Saretto Cincinelli, Casa Masaccio