Opening: June, 30, 2016, 7 p. m. until to 12 p.m.
July, 1,2016, 6 p. m.
July, 2, 2016, 6 p. m.
Tele dipinte lasciate all’esterno all’imprevedibilità degli agenti atmosferici, lastre malleabili di rame solcate da tracce casuali prodotte da colature e mescolanze di materiali naturali, ammoniaca, sale, o da impronte generate dall’ ossidazione, bruciature prodotte sulla superficie plastica dalla fiamma: sono gli esiti della sperimentazione condotta da François Evangelista, un giovane artista australiano giunto da Adelaide agli inizi di maggio a Empoli con una borsa di studio garantita dalla Fondazione Carclew risultando vincitore nel giugno 2015 appena terminati gli studi presso la Central School of Art. La sua presenza presso l’Associazione culturale Sincresis si giustifica proprio per l’esigenza di sperimentare, di conoscere e studiare i materiali per la produzione artistica interrogandosi sugli effetti della pittura astratta in termini di sensazioni, emozioni, riflessioni. “Astrazione comporta di accogliere un universo di impegno sensoriale con il processo di pittura e dei suoi risultati, al fine di incontrare, assorbire, e rispondere ad una esperienza di sentimento”, ha scritto l’artista nel suo progetto di tesi Submitting the Sensorium to New Sensual Worlds, “attraverso corrispondenze e lavorando ai miei quadri astratti, ho sviluppato la capacità di unire il mio processo decisionale in un insieme unificato di pensare, di sentire, rispondere, e di agire; impegnarsi con l’alternativo e il flusso continuo di influenzare i lavori, e di continuo essere colpiti da loro”-
E’ interessato al processo e non al prodotto. “Piuttosto – sottolinea – il processo è un intreccio continuo di flussi di materiali e consapevolezza sensoriale”. Ciò permette di riflettere sul lavoro dell’artista – alchimista nell’atto di provare, di capire i mutamenti di sostanza, gli effetti della materia, non tanto per una verifica in base all’ipotesi che prevede un ragionamento logico, un cliché preordinato, una “formula che mondi possa aprirti” e che rinvia al mondo delle scienze esatte, ai procedimenti già testati, bensì per scoprire per pura casualità quali sono gli effetti di una mescolanza di ingredienti che nasce fortuitamente, come – dice François – per una ricetta che non appare sui libri, ma che è assolutamente frutto di invenzione. Ne deriva la curiosità, il piacere della scoperta, come per lo scienziato, anche se quelli che sono i mezzi nella scienza diventano i fini nell’arte, la sorpresa e il gusto di inventare, di creare ogni volta in maniera diversa, senza ripetersi.
François preferisce nel suo lavoro creativo la processualità come numerosi artisti delle neoavanguardie del novecento, lo studio dei materiali come i maestri artigiani del Bauhaus, evitare ogni modello che implica la ripetitività, anche se le sue elaborazioni rivelano ogni volta riferimenti colti: la gestualità come accident controllato dell’espressionismo astratto statunitense, la proposta segnica di Cy Tombly, il pigmento cromatico sottoposto alle intemperie come Yves Klein, la matericità come evenienza esistenziale di Alberto Burri, prediletto proprio per la sua molteplice sperimentazione, dai sacchi, ai ferri, alle plastiche, ai cretti visti a distanza ravvicinata durante la visita alla Collezione Burri a Città di Castello.
In ogni caso la ricerca di François non si riduce a puro tecnicismo o imitazione, anzi si caratterizza come un lavoro certosino, autonomo e solitario, per la dedizione continua, l’osservazione attenta, giorno dopo giorno delle sue prove e dei relativi accadimenti, sempre concepiti come nuovi eventi, la cura che esprime nel fare artistico, la curiosità come base della volontà di sapere, che si esprime anche nella raccolta di oggetti trovati in ogni luogo che visita, ed al tempo stesso il desiderio di scavare a fondo nella natura degli elementi naturali, come a volerne scoprire i segreti, gli aspetti reconditi step by step proprio come un alchimista impegnato nel processo di trasmutazione, di mutamento dei materiali per giungere alla pietra filosofale. Ogni fase, dalla nigredo all’albedo, non è mai l’ultima per la conoscenza di sé che si riflette nell’opera, come un itinerario di edificazione, di approfondimento, di crescita e di catarsi.
“Le opere come manifestazioni del pensiero affettivo e come luoghi in cui si può ulteriormente sperimentare”. Come precisa Barbara Bolt a proposito della performatività dell’arte come ‘lavoro’ d’arte: ‘L’opera d’arte è il lavoro che fa l’opera d’arte; è il movimento di … metodologie, prassi materiale, l’influenza e l’esperienza sensoriale che si pone in e attraverso il veicolo dell’arte e l’opera d’arte stessa”. François intende “utilizzare l’astrazione come mezzo per facilitare esperienze affettive. I dipinti astratti possono essere visti come luoghi per incontrare influenzare, in una posizione in cui si può entrare in contatto con una esperienza affettiva, piuttosto che solo essere descritti pragmaticamente da materiali utilizzati e metodi di creazione”.
La morbidezza del rame, metallo preferito per la sua duttilità per diventare altro, la plastica come materiale trovato, la tela dipinta con varie stratificazioni cromatiche, dagli azzurri ai rosso – rosati, dai grigi ai neri, dilavata fino a perdere ogni preparazione predisposta, il fuoco corroborante e purificatorio, sono gli elementi del suo processo alchemico.
“Ho impegnato il mio ‘sensorium’ per sviluppare una nuova visione e sentire e sperimentare quadri astratti, e sono giunto a comprendere il mistero di queste “immagini di nulla ‘, sempre in attesa della reazione.
François propone gli esiti non finali del suo work in progress, di un itinerario che continua di cui questa tappa è solo l’inizio per avanzare nei territori dell’arte e nei sentieri illimitati della conoscenza.
INTERVISTA FRANCOIS EVANGELISTA
Quali sono gli steps/ i passi relativi al processo di sperimentazione per preparare un lavoro e quale preferisci?
Ogni nuova fase pratica di studio inizia generalmente quando sono a disposizione strumenti e materiali per avviare la sperimentazione. Inizio come quando si improvvisa una ricetta, in quanto che per prima cosa si sceglieranno gli ingredienti, così come qualsiasi attrezzatura necessaria per interagire con tali ingredienti. Ciò che segue è una specie di gioco di materia; testare i materiali, comprendere la loro natura, le caratteristiche e le proprietà fisiche. Mi piace interagire con materiali che possiedono il potenziale per fallire o eludere i dettami dell’ intenzione iniziale.
Io cerco di essere sensibile al corpo del lavoro come un intero, offrendo uno spettro di indagini di materiale piuttosto che un sovrapporsi del tema o del risultato desiderato. Per garantire che le opere non sono prevedibili o facilmente ripetibili come prodotti di processo meccanico, il mio obiettivo è quello di essere vero per i doni e le sorprese che possono emergere durante la realizzazione. La mia parte preferita del processo è quando la simbiosi tra gioco e direzione produce un risultato completamente inaspettato ma bellissimo.
Quando inizio un nuovo ciclo di opere, posso scegliere di riprendere il filo del lavoro precedente, e concluderò con nuovi percorsi che sarò in grado di sviluppare più tardi.
Perché è importante lo studio e l’analisi dei materiali?
La conoscenza dei miei materiali non può essere raggiunto dalla ricerca libresca, ma solo dalla manipolazione esperienziale. Per i miei lavori di rame, un punto di riferimento che avevo era Il Matrimonio del Cielo e l’Inferno, 1790 di William Blake. Quando Blake stava “stampando nel metodo infernale per agenti corrosivi’ sulle lastre di rame incise, aveva lo scopo di “sciogliere e togliere via le superfici apparenti e di visualizzare l’infinito che era nascosto”.
Con questo corpo di lavoro un focus era quello di esplorare le proprietà di rame e di rivelare ciò che può essere raggiunto mediante la mia interazione con esso. Ho scoperto uno spettro di colori che si manifestano applicando vari processi sul metallo stesso, ottenuto tramite corrosione organica, reazione chimica e per le tracce del calore e della fiamma.
Per altre opere su tela, ho sperimentato con vari materiali, strumenti e processi. Per esempio, diversi strati su una tela di canapa includevano/assorbivano vernice acrilica e olio d’oliva, un disegno realizzato con una candela di cera, bruciature usando una torcia di butano, tracce libere attraverso ammoniaca caustica liquida, poi infine lasciando la tela fuori all’imprevedibilità delle condizioni atmosferiche, consentendo alla pioggia di cancellare la maggior parte del lavoro. Ciò che resta sono le tracce della propria traiettoria.
Quali sono gli aspetti delle opere di Alberto Burri opere che possono sollecitarti particolari suggestioni o suggerimenti?
Quello che mi piace di più delle opere di Alberto Burri è che la vita dei suoi materiali si fondono con la sua guida/regia artistica al fine di ottenere lavori realizzati /guidati con un processo unico, particolarmente nella sua plastica “Combustioni’ e nei suoi Cretti. Un altro artista che ha lavorato ampiamente facendo dipinti di fuoco è stato Yves Klein. Questi artisti hanno tentato qualcosa per domare o condurre l’indomabile natura dei loro materiali; fuoco, plastica fusione, essiccazione di liquidi. Per me spesso le sorprese che emergono entro le trasformazioni da solido a liquido o da liquido a solido, o l’imprevedibilità dell’incendio stesso sono gli aspetti più interessanti delle opere sono compiute.
Quali sono le correnti o i movimenti che preferisci nell’arte contemporanea?
Tendo a gravitare verso l’astrazione basata sul processo. Cerco sempre di vedere il modo in cui il lavoro è iniziato, in cerca di tracce relative alla sua realizzazione. Mi piacciono opere che sembrano essere esperimenti, le esperienze che l’artista ha avuto con i suoi materiali. Io preferisco gli artisti il cui lavoro esprime la loro interazione con la pittura, piuttosto che i loro dipinti che sono solo “di qualcosa”.
Anche se mi piace il lavoro di altri artisti, durante la realizzazione trovo che il pensiero su troppo lavoro altrui può essere una distrazione per il pensiero materialmente orientato nello studio. Se tento di fare troppo affidamento sui risultati eccessivamente forzati o sui prodotti finiti prima di iniziare a movimentare i materiali non mi sento di essere vero/ autentico per le sorprese e i doni che si verificano durante la realizzazione.
Quali sono i materiali che utilizzi più spesso e quelli che preferisci?
Io cerco di sfidare me stesso e di conoscere nuovi materiali o di utilizzare i materiali che ho usato in precedenza in un modo che è nuovo per me. Non voglio ripetere me stesso solo per il gusto di produrre un altro dipinto. Le proprietà fisiche del rame sono affascinanti da esplorare. E’ un metallo che è sensibile al calore e che è in grado di produrre abbastanza colori vividi in reazione alle sostanze chimiche.
Per ora il mio modo preferito di lavorare è: con una superficie, e esplorare la mia interazione con la superficie, conoscere i miei strumenti, materiali e processi.
Perché hai scelto di trascorrere un periodo in un programma di residenza?
Nel 2015, mentre ancora ero uno studente onorario presso l’Adelaide Central School of Art, mi è stata assegnata una borsa di studio, 2015 June S Tanner Scholarship attraverso Carclew in congiunzione con l’Indipendent Arts Foundation e l’ Associazione Italia-Australia.
Questa esperienza mi ha dato la possibilità di vedere in prima persona opere d’arte e gallerie che non sono prontamente disponibili in Australia: vedendo le opere di Cy Twombly, Alberto Burri, Wassily Kandinsky e Jackson Pollock alla esposizione della Collezione Salomon Guggenheim a Firenze, per non parlare di Caravaggio, Botticelli e Leonardo Da Vinci visti nella galleria degli Uffizi anche a Firenze, così vedere le opere presso il Museo Burri a Città di Castello è stata un’altra grande opportunità.
Avere il tempo e lo spazio e fondi per sviluppare un’ulteriore ricerca artistica personale e per esplorare nuovi strumenti di studio, materiali e processi, con lo scopo di realizzare una esposizione in Italia, è stata anche una preziosa esperienza. Grazie a Dio.
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CURRICULUM VITAE
François Evangelista
CONTACT DETAILS
Email: fruitopia888@gmail.com
D.O.B: 15th April 1988
EDUCATION
2015 Bachelor of Visual Art – Honours, Adelaide Central School of Art
2014 Bachelor of Visual Art, Adelaide Central School of Art
2012-2013 Associate Degree in Visual Art, Adelaide Central School of Art
GRANTS, SCHOLARSHIPS AND AWARDS
2015 Carclew: June S. Tanner Memorial Scholarship (Value $4000)
SOLO & GROUP EXHIBITIONS
2016 Raw Materials for Pictures of Nothing, Sincresis D’a Spazio D’Arte, Empoli, Italy
2016 Helpmann Academy Graduate Exhibition, Helpmann Academy, Adelaide
2015 Propositions, Adelaide Central School of Art, Adelaide
2015 Pop-up Gallery, Goodwood Arthouse, Adelaide
2015 Wish You Were Here!, Adelaide Central School of Art, Adelaide
2015 10×10 Exhibition, Adelaide Central School of Art, Adelaide
2015 Hatched – National Graduate Exhibition, Perth Institute of Contemporary Arts, Perth
2015 The Salon Hang, Floating Goose Gallery, Adelaide
2015 Helpmann Academy Graduate Exhibition, Helpmann Academy, Adelaide
2014 Breaking Silence, Adelaide Central School of Art, Adelaide
2014 Implicit, Horner & Pratt Café, Adelaide
2013 Open day exhibition, Adelaide Central School of Art, Adelaide
2013 Mural painting project, Adelaide Bike Kitchen, Adelaide
PUBLICATIONS
2015 Adelaide Review: August, Issue 426: Education Feature: Adelaide Central School of Art
2014 Adelaide Matters Magazine: Artist Profile; Finding Form, December Issue, pp 16-17
2014 Breaking Silence: Graduate Exhibition Catalogue, Adelaide Central School of Art, Adelaide
2013 Helpmann Academy Place Project: Adelaide Central School of Art, Flinders University Screen Production, https://vimeo.com/69149781
URL PUBLICATIONS <https://sa.academia.edu/FrançoisEvangelista>
2015 François Evangelista – Submitting the Sensorium to New Sensual Worlds: Honours Exegesis, 2015
2015 François Evangelista – Hatched Graduate Exhibition @ PICA 2015: Education Notes
2014 François Evangelista – Where Are the Wild Things? – Bachelor of Visual Art Synopsis, 2014
Orari:
Giovedì 30 giugno dalle ore 19.00, Venerdì 1 luglio dalle ore 18.00, Sabato 2 luglio dalle ore 18.00. Visitabile nel mese di luglio per appuntamento. Per informazioni e appuntamenti: tel. 0571/73619; a.scappini@virgilio.it
www.sincresisarte.org (new website)
Come arrivare:
Superstrada da Firenze o da Pisa (FI PI LI) Uscita EMPOLI (la seconda dopo Empoli Est o Empoli Ovest), a 700 metri verso il Centro di fronte alla INCOOP di Via della Repubblica o Ferrovie dello Stato da Firenze, da Pisa, da Siena fermata Stazione Empoli e proseguire a piedi per un chilometro in direzione Pisa.