Sincresis, associazione culturale per le arti contemporanee nata nel 2006 riapre gli spazi con la nuova residenza d’artista, dopo quasi tre anni di lavori.
La prima artista ad inaugurare il programma residenza (residency program) è Aurélie Lemille, giunta da La Reunion.per vivere nei nostri luoghi, confrontarsi con l’ambiente e proporre il suo lavoro orientato verso la pittura ed il collage fotografico.
L’artista ha sostato nello spazio, ha osservato ogni particolare, quando è arrivata ponendosi subito al lavoro, immedesimandosi nell’ambiente. Ha vissuto ogni giorno a contatto con questo luogo in cui propone il suo work in progress, sfogliando i cataloghi di artisti che hanno sostato qui in passato, conoscendo i lavori che ancora sono presenti, l’installazione di Fabio Cresci dedicata all’artista Alberto Moretti, recentemente scomparso, per la mostra di apertura di Sincresis, visitando i loro studi a Marcignana nei pressi di Empoli ed a Carmignano, il “tappeto – struttura” di Lodovico Addo Trinci, l’opera a parete di Paolo Masi, come altre testimonianze. Tracce di un racconto, di un viaggio iniziato alcuni anni fa i cui frammenti ora sono leggibili sfogliando un “diario “ costituito dai materiali inviati per email dagli artisti che hanno lavorato, progettato, presentato opere in questi spazi diventati un laboratorio in progress per Aurélie che continua il viaggio, pronta a confrontarsi attraverso il suo lavoro con altri luoghi del mondo e dell’arte che lo vivifica, come linfa perenne che scaturisce misteriosa dal profondo.
Lavora alternando la gestualità che sembra assorbire e far scoppiare gli umori della natura e la cura certosina del particolare elaborato con il pennello sottile, come un connubio tra lo sprigionarsi di forze primigenee e la pacatezza o la calma rigorosa che predilige la stilizzazione focalizzando l’attenzione sul dettaglio nel tentativo di farlo fuoriuscire dalla materia, di appropriarsene escludendo ogni intervento decorativo, capace di calibrare ogni traccia, ogni macchia che si produce sul supporto secondo un accident controllato.
Sicuramente l’ambiente in cui ha vissuto ha inciso sulla sua indole che la dispone ad un dialogo continuo tra passione e rigore, tipico di coloro che si dedicano all’arte informale. Se ne percepisce il calore, la genuinità di un paesaggio almeno in parte ancora incontaminato di una zolla di terra che sembra dispersa nell’Oceano Indiano.
Il lirismo convive con il rigore, come se la forma fosse dissolta nell’informe per poi essere assunta di nuovo attraverso una molteplicità di tracce sempre diverse, ogni volta, che reinterpretano il visibile per diventare altro, come un magma incandescente che si estrinseca liberamente, trattenuto a stento: è il fluido vitale che non ha tregua, che scorre tra gli anfratti, che trapela da ogni poro, dalla pelle della crosta terrestre, è la linfa che balugina e che spacca le zolle per fuoriuscire.
Emersioni di colore, colature che si estendono, dilatandosi per rapprendersi, appena incontrano il supporto, a creare geminazioni naturali fluttuanti, come evenienze esistenziali che sopraggiungono dal cuore della terra, come se lo sguardo ne captasse il fondo, addentrandosi nei meandri più reconditi del mondo naturale per coglierne i segreti e le energie più intrinseche così da rivelarle sulla tela alla luce di un immaginario che sublima la realtà manifestandosi nella brillantezza cromatica, nella vibrazione dinamica del gesto, nella tessitura sottile del segno che indugia su qualche dettaglio come un’incisione nella scorza arborea.
Al di là delle gamme cromatiche che si spargono sulla tela l’artista combina più materiali, aggrega nella texture stampe di immagini fotografiche su carta, ne assembla i particolari raccolti con occhio indagatore capace di scrutare il vissuto, tanto da soffermarsi sui muri screpolati della laguna veneziana come sulle radici primordiali della vegetazione della sua terra. Macchia su macchia, cancella la traccia in negativo di un muro con il colore per farne fuoriuscire una forma diversa.
Ogni opera diventa espressione di un incontro ravvicinato con la natura, specchio e riflesso della voragine profonda dell’io, scaturigine dell’essenza pura di un palpito, testimonianza della pulsazione continua dell’interiore, che si profonde all’esterno attraverso gli emblemi di una natura selvaggia, senza redini come l’animo umano.
Il viaggio di Aurélie continua ed ogni tappa diventa significativa di un percorso dettato dall’esigenza di esplorare, di visitare luoghi per comporre un mosaico di esperienze di vita, una storia personale costituita da una vastità di tracce fotografiche disposte a terra con cura silenziosa, come a creare un mandala in cui riconoscere i segni che assumono il valore di punti di riferimento che si dispargono spaziando rispetto all’univoca via percorribile, come polle d’acqua che si amplificano a recare testimonianze di un passato recente, frammenti di natura o di paesaggi urbani, che parlano a colui che guarda, assemblati delicatamente a disegni, schizzi che tracciano le linee sintetiche di uno squarcio di natura o forme elementari nell’esigenza di semplificare e ricondursi agli elementi primi del sensibile.
Tracce, testimonianze che invitano a seguire con lo sguardo nell’immenso collage il corrugarsi di una roccia come le linee isometriche di un promontorio, segni scavati nel legno in stampe xilografiche, per proseguire ancora e scoprire il ramo di un albero, o uno squarcio di cielo, mentre pullulano presenze organiche che sollecitano a proseguire con l’occhio lungo la parete, come estroflessioni di un mondo naturale in proliferazione continua, radice su radice, ramo su ramo, destando stupore, come ad alimentarsi dalle origini della vita per proseguire il cammino in territori inesplorati.
Aurélie Lemille
Diplomata al STI Arti Applicate Liceo Ambrosie Vollard a Saint Pierre, La Reunion nel 1999, ha ricevuto il diploma di Tecnico Superiore in Espressione Visuale sezione Spazio della Comunicazione (EVEC) alla Scuola Boulle di Parigi nel 2002, diplomata alla Scuola di Arti decorative in Art Espace a Parigi nel 2003, ha appreso le tecniche a stampa xilografiche a Barcellona nel 2004.
Ha partecipato dal 2002 a mostre collettive in Belgio, Canada, Francia, Olanda, La Reunion, Malesia, Spagna ed a mostre personali in Italia e La Reunion.
Ha vinto premi come il Prix du public Carrefour d’art contemporaim nel 2010 a Le Tampon, La Reunion, il Prime par Hennessy Cognac, Aménagement d’un espace bar “Pure White” nel 2000 a Parigi, il Prix de Magazin’ Art, Rencontres Internationales d’Art Contemporain a Montreal.
Ha effettuato stages e workshops in Indonesia (Bali), Francia, Malesia ed è stata artist in residency a Cuba e in Canada.
Orario di visita: da Sabato 29 settembre a Mercoledì 3 ottobre.
Sabato 29 settembre: ore 18.00 – 24.00; Domenica 30 settembre: ore 15.00 – 20.00; da Lunedì 1 ottobre a Mercoledì 3 ottobre: ore 12.00 – 20.00
Tel. e fax 0571/73619 e-mail: a.scappini@virgilio.it
Per arrivare: S.G.C.FI.PI.LI. Uscita Empoli, a circa m 700 da Ipercoop verso Empoli centro, di fronte a Incoop Via della Repubblica; FS: FI –PI; FI –SI; Stazione di Empoli