Vernissage Domenica 11 maggio 2014 ore 17.30

La mostra “Should I Stay or Should I Go – Fuga e Persistenza” si articola secondo due percorsi opposti e paralleli, due poli che si definiscono l’uno rispetto all’altro: quello della fuga e quello del persistere. In questa occasione, infatti, le due artiste hanno scelto di percorrere ognuna fino in fondo una delle due strade, uno dei due movimenti che sono anche due attitudini, due approcci alla realtà. Entrambe le strade percorse fino in fondo, in un gioco delle parti che, nell’innescare una tensione drammatica tra le due estremità, ne rivela il ribaltamento, l’impossibilità per l’una di fare a meno dell’altra. Valentina Lapolla presenta fotografie e suoni in fuga, viaggi senza speranza di successo, confini reali o immaginari da fronteggiare. Se l’andare via era già stato al centro di una serie di suoi lavori, in questa mostra l’indagine sulla fuga si fa più sistematica, quasi a esplorarne le diverse possibilità, come una fuga musicale con il suo tema. In tutti i lavori presentati il gesto del fuggire determina nei lavori una dimensione temporale, crea un prima e un dopo: anche in assenza di un vero e proprio racconto è presente una dimensione narrativa. Con molti riferimenti alla letteratura, dai racconti di Alice Munro, a quelli di Kafka, al mito di Orfeo, le opere presentate in mostra ricordano degli attori, protagonisti di un’immaginaria piece. Assomiglia a un performer, infatti, la fotografia di “In fuga”, che prendendo il titolo alla lettera, fugge dalla sua cornice, lasciando a terra il vetro infranto, così come i vuoti che mettono in scena il racconto “Vita in Comune” di Kafka. Risultato di una performance anche le due fotografie “Orfeo, e l’installazione sonora “Eco, in cui il suono è letteralmente in fuga dal corpo; spetta alla dimensione acustica portarci a diretto contatto con l’azione, in un’intimità che è anche un altrove, un’ideale meta per ogni eventuale tentativo di fuga. Federica Gonnelli prova la via opposta, attraverso le sovrapposizioni di materiali che la caratterizzano, ripetizioni ossessive e resistenze, cerca di mettere radici, di contrastare le spinte avverse, di persistere, temi centrali e fondanti della ricerca dell’artista. Nella videoinstallazione “(P)e(r)sistenza”, dove l’artista si mette in gioco in prima persona, è l’uso della ripetizione ossessiva, moltiplicata e duplicata sul piano visivo dal dispositivo della scatola specchiante, ad aiutarci a restare in equilibrio in questo difficile momento sia dal punto di vista sociale che da quello economico. Persistenza che può essere ritrovata anche nell’uso della stratificazione e di quel particolare dispositivo della trasparenza che ogni opera mette in atto. Un rinsaldarsi in un luogo che è anche quello dell’installazione “Rimpianti”, dove il titolo gioca con se stesso facendo riferimento al rimpianto nel senso di porre nuovamente nella terra una pianta. Uno dei materiali più utilizzati dall’artista è un velo che permette allo sguardo di attraversarlo e, al tempo stesso, lo trattiene, in modo da consentire una percezione che è compiutamente spaziale. Come nelle opere a parete della serie Resistenza, frutto della sovrapposizione tra l’investigazione di un tema e la contemporaneità di un vissuto che ha a che fare con l’industria della lana, che riportano la figura umana all’interno dello spazio di lavoro, ormai abbandonato, grazie alla sovrapposizione dell’immagine stampata su organza all’immagine su stoffa.

Vernissage Sunday, May 11, 2014 17:30 The exhibition Should I Stay or Should I Go  Escape and Persistence” is divided in two opposite and parallel pathstwo poles that are defined relative to one anotherthe escape and that of persistenceOn this occasion, in fact, the two artists have chosen to go to the bottom of each one of two pathsone of the two movements that are also two attitudestwo approaches to reality. Both the roads all the way, in a game that the partiesin triggering a dramatic tension between the two endsit reveals the rolloverit is impossible for one to do without the otherValentina Lapolla presents photographs and sounds on the run, traveling without hope of successreal or imaginary boundaries to faceIf the leave had already been the focus of a number of his works in this exhibition, the investigation into the escape becomes more systematicalmost to explore the different possibilitieslike a fugue with its themeIn all the works presented the gesture of escape in the work determines a time dimensioncreates a before and afterin the absence of a true story is a narrative dimensionWith many references to literaturefrom the stories of Alice Munroto those of Kafkathe myth of Orpheusthe works presented in the exhibition are reminiscent of the actorsprotagonists of an imaginary pieceLooks like a performer, in fact, the photograph of “Born to Run“, that taking the title literally flees from its frame, leaving the ground breaking glassas well as the gaps that portray the story “Life in the City” of KafkaResult of a performance also two photographs Orpheus,” and the sound installation Eco”, in which the sound is literally on the run from the bodyit is up to the size acoustic bring in direct contact with the actionin an intimacy that is also elsewherean ideal destination for any escape attemptFederica Gonnelli try the opposite paththrough the overlaps of materials that characterize itobsessive repetitions and resistancestries to take rootto counter the adverse forcesto persistthe central themes and fundamental research of the artist. In the video installation (P) and (r) existence“, where the artist comes into play in the first personis the use of the obsessive repetitionmultiplied and duplicated on the visual device of the mirror boxto help us to remain in balance in this difficult time both in terms of social and economic termsPersistence can be found also in the use of layering and transparency of that particular device that every work implementsA restituted in a place that is also to the installation “Regret”, where the title plays with himself by referring to regret in the sense of putting a plant in the ground againOne of the materials used by the artist is a veil that allows the look to cross it andat the same timerestraining it, so as to allow a perception that it is fully spatialAs in the works on the wall of the series resistance, the result of the overlap between the investigation of a theme and contemporaneity of a life that has to do with the wool industryshowing the human figure within the workspacenow abandoneddue to the overlap of the printed image on the image of organza fabric.