LIBRO/ I TATUAGGI DELL’ANIMA
2007
prefazione e poemi Carlos Franqui
contenitore con 6 serigrafie e collage su carta
33×48,5 cm
Ed. 36 esemplari – copia n°19
Biografia essenziale
Giorgio Ulivi nasce a Vicopisano nel 1938.
Trascorre la propria infanzia a Motta di Livenza (TV), dove il padre apre una piccola fabbrica di giocattoli.
Dopo il trasferimento a Pistoia si diploma all’Istituto d’Arte di Porta Romana a Firenze e, successivamente si iscrive
all’Accademia di Belle Arti dove frequenta i corsi di pittura di Primo Conti con il quale si diploma nel 1964
mantenendo con il maestro contatti assidui e proficui nel tempo. Allontanatosi dalla tradizione pittorica figurativa
pistoiese, per motivi di studio inerenti la tesi di diploma, si avvicina alla ricerca artistica del gruppo CO.B R.A.
instaurando una intensa corrispondenza con il poeta Dotremont e con Pierre Alechinsky. I suoi primi lavori si pongono
nel solco di una tendenza astratto-espressionista nei quali, con una nota narrativa ed ironica, nudi maschili e femminili
si oppongono.
Già dal 1965 inizia a prendere parte a esposizioni di gruppo. Nel 1966, a Roma, partecipa con opere di grafica alla IX
Quadriennale Nazionale d’Arte e, nello steso anno, tiene la prima mostra personale alla Galleria Arte Palazzo Vecchio
a Firenze.
Al largo degli anni Sessanta il suo interesse è rivolto alla ricerca sul segno attraverso la pratica della calligrafia e della
pittura che compone in graffianti “racconti”, a volte anche figurali, perseguendo un’estetica del brutto e dello spiacevole
nell’ottica di un’autenticità poetica.
Al volgere del decennio si rivolge a una sperimentazione “oggettuale” di radice pop con opere di grandi dimensioni.
Nei primi anni Settanta il lavoro di Ulivi procede per sperimentazioni in cui trovano eco sollecitazioni culturali e
riflessioni artistiche anche contrastanti: la strutturazione è adesso rigorosa e spesso centrale la contrapposizione tra
elementi squadrati e sferici, o tra linee e forme. A questo momento risalgono i temi delle “Gabbie” e delle “Superfici
impossibili”.
L’interesse per lo spazio della superficie e il segno lo portano in questi stessi anni ad occuparsi di grafica e serigrafia:
apre uno studio per la serigrafia artistica in Porta Carratica nel quale collabora saltuariamente anche con Donatella
Giuntoli e Renato Ranaldi.
Nei primi anni Ottanta il lavoro di ricerca pone una riflessione sulla valenza cromatica della pittura che era stata
annullata nelle opere degli anni precedenti.
Segmenti luminosi e dinamici divengono gli elementi della ricerca creativa degli anni seguenti tutta incentrata sulla
dialettica tra forma, spazio, colore e superficie. In quest’ottica nascono i “Relampagos”, dove il colore ha valore di
durata musicale vibrata nell’intensità della luce.
In questi anni è presente con assiduità alle attività espositive di gallerie come Sincron di Brescia, Verifica di Venezia e
Struktura di Milano.
La ricerca artistica è segnata positivamente anche dall’amicizia con il poeta cubano Carlos Franqui, con il quale instaura
una sorta di sodalizio artistico che sarà di grande stimolo nel lavoro negli anni successivi.
Nel 1994, grazie all’amicizia con Franqui, Ulivi tiene una personale alla Galleria Forum de las Artes a San Juan di Porto
Rico, dove lo scrittore si era trasferito.
Negli anni Novanta la ricerca linguistica lo porta a indagare il colore e lo spazio secondo funzionalità di trasparenze,
ritmo, leggerezza, riflessione. Da questa ricerca creativa sulle capacità cromatiche prendono vita le serie dei lavori di
“Speculum” e “Perspecula”, riflesso di una continua tensione del colore verso una libertà dalla superficie e dallo spazio.
In queste opere cromatiche, geometrie asimmetriche e improbabili specularità si aprono vagando nel dipinto fino a
uscire libere dai supporto per invadere lo spazio; oppure il colore trasparente, riflesso dalla superficie di uno specchio
retrostante, si moltiplica in un gioco di spazi ribaltati. Sul volgere degli anni Novanta, in occasione di una mostra
personale a Faenza, pubblica con Franqui il volume “Una linea verticale, tende pende sospende” che introduce a una
nuova stagione della propria ricerca poetica. Quasi con un recupero delle esperienze sulle scritture degli anni Sessanta,
Ulivi lavora sulla potenzialità evocativa del segno che diviene struttura e ritmicità cromatica. Nelle opere eseguite a
partire dal 2000, lavora con frammenti di carte manoscritte che compone con oggetti trovati, corde, plastiche, lamiere e
quindi con elementi a strappo di colore serigrafato o steso a mano su carte preziosamente elaborate. A questa nuova
ricerca si lega il volume “Libro – I tatuaggi dell’anima”, presentato da Carlos Franqui.
Nel 2011 è invitato a esporre a Torino al Padiglione ltalia per la 54° Biennale d’Arte di Venezia curata da Vittorio
Sgarbi.